sabato, Settembre 21, 2024

Natale Panariello, LaVesuviana Berger, un maestro d’arte e di vita

Maestro d’arte, diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco, in provincia di Napoli, Natale Pana- riello avrebbe dovuto insegnare – aveva conseguito già anche l’abilitazione – storia dell’arte. Invece, il caso o il destino gli ha fatto prendere un’altra strada. Mentre finiva gli studi, iniziò a lavorare presso un piccolo laboratorio artistico di ceramica e si appassionò talmente alla lavorazione di questa straordinaria e duttile materia che è la “terra da vasaio” da farla diventare la sua vita. Iniziando dal basso, da semplice operaio, facendo una lunga gavetta, pian piano è arrivato a essere un imprenditore di successo.

Oggi Natale Panariello, 73 anni, amministratore unico dell’azienda La Vesuviana Berger, che ha fondato nel 1991, con una storia alle spalle ricca di grandi affermazioni e momenti di difficoltà, pur vivendo una realtà di mercato del tutto cambiata, non ri- esce a nascondere la sua immutata passione per la sua attività e anche l’orgoglio per aver portato la sua impresa a vertici di espansione davvero importanti sui mercati internazionali e, altro aspetto fondamentale, per aver dato lavoro a tante persone. Prima di dare vita alla sua attuale impresa, già nel 1972, insieme altri due soci, avviò, a Torre del Greco, la Ceramica Vesuviana, una piccola azienda in cui si facevano a mano soprattutto bomboniere in ceramica. Dopo dieci anni di conduzione con i soci, a partire dal 1982, rilevò l’azienda e la gestì come unico titolare fino al 1991.

«Già negli anni Ottanta – afferma Natale Panariello – il mercato era in forte espansione. Cominciai quindi ad ampliare l’offerta produttiva, con articoli innovativi, soprattutto bomboniere in ceramica: automobiline, mobiletti, pianoforti, grammofoni, caf- fettiere, perlopiù contenitori e cofanetti con cerniere in plastica. Facevamo numeri esponenziali e iniziai a esportare in numerosi paesi, un po’ in tutta Europa, principalmente in Spagna, Inghil- terra e Belgio, poi negli Stati Uniti, in Canada, nei Paesi Arabi, in particolare in Arabia Saudita.

«Proprio per la forte espansione della produzione e del fatturato, nel 1991, decisi di fondare la La Vesuviana Berger e, nel corso degli anni Novanta, iniziai ad affiancare alle bomboniere l’og- gettistica da regalo e piccoli complementi d’arredo, in ceramica ma anche in altri materiali, sia metallo che resine, soprattutto argentate, e in vetro abbinato alla ceramica. La nostra era una produzione interamente italiana, solo una parte di oggettistica veniva fatta produrre da altre aziende italiane su nostro disegno, come integrazione delle collezioni».

L’ascesa dell’azienda continuò in modo costante sia sul mercato italiano che all’estero. Anche per contrastare gli articoli d’impor- tazione che invadevano il mercato con oggetti di scarsa qualità, Natale Panariello lanciò il marchio Via Veneto, bomboniere e articoli da regalo, ma anche illuminazione e complementi d’ar-

redo per la casa, la tavola e lo studio, nello stile classico della migliore tradizione italiana, distribuiti in punti vendita esclusivi. Si ampliano anche i materiali utilizzati che spaziano dalla ceramica alla porcellana di Capodimonte, dall’argento al vetro, dal legno al cristallo, rifiniti in modo assolutamente originale all’interno dell’azienda, con decori eseguiti a mano, altri lavorati con de- calcomania o con foglia oro e serigrafie.

È la consacrazione de La Vesuviana Berger sui mercati interna- zionali. I suoi prodotti vengono apprezzati da arabi, russi, ameri- cani, ma anche da cinesi e coreani, perlopiù clienti facoltosi che nelle collezioni del brand Via Veneto trovano oggetti esclusivi, arricchiti da preziosi decori, che danno a tutti gli ambienti della casa il fascino e l’eleganza classica italiana. Indubbiamente a Natale Panariello e alla sua azienda va riconosciuto il merito di aver contribuito ad affermare nel mondo lo stile italiano e il marchio made in Italy come sinonimo di alta qualità e creatività. «Nel 2000, avevo quasi una quarantina di dipendenti e un notevole fatturato con un trend in crescita. Cominciai a impor- tare dalla Cina, ma soltanto prodotti realizzati in esclusiva per noi su nostro disegno, perlopiù in porcellana e vetro soffiato. Nel 2008, decisi di ampliare l’azienda investendo in una nuova sede di 6 mila metri quadrati, all’interno del Consorzio Sinè a Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta, che si aggiungeva a quella di Torre del Greco. Ma poco dopo, alla fine del decennio, iniziò la crisi. Una fase di recessione economica che ha colpito duramente il nostro settore, che non è mai stata superata e che nel corso degli anni mi ha costretto al licenziamento di una dozzina di operai».

Purtroppo anche un tragico evento ha contrassegnato la storia di questa bella azienda: nel 2016 un incendio doloso ha distrutto la sede nella quale Natale Panariello aveva iniziato la sua avven- tura nel 1972, il capannone di Torre del Greco, costringendolo a trasferire tutte le attività, in modo repentino, nella sede di Gricignano di Aversa. Grazie alla forza di volontà e alla tenacia di Panariello e alla collaborazione della sua famiglia e di tutti i suoi dipendenti, appena un paio di giorni dopo l’incendio, l’azienda era di nuovo pienamente operativa.

Oggi La Vesuviana Berger, che ha ancora 12 dipendenti, al momento in cassa integrazione a causa della situazione di fer- mo del mercato provocata dall’emergenza sanitaria, produce soprattutto complementi d’arredo e alcune linee di bomboniere in ceramica, tutti elementi classici distribuiti in larga misura sul mercato italiano e poco all’estero. Dei fasti di un tempo resta un velo di malinconia nel tono di voce di Natale Panariello, quando ne parla, ma anche di orgoglio per i tanti ambiziosi obiettivi raggiunti.

«Uno dei miei principali successi è aver diffuso la produzione italiana e la sua tradizione artigianale nel mondo. Ne sono particolarmente orgoglioso e ricordo con piacere quegli anni di straordinaria espansione. Ma soprattutto per me è una grande soddisfazione essere riuscito a fare lavorare tante persone, forse sono l’unico del settore in Italia ad aver mandato in pensione già ben 11 dipendenti. Di questo sono felice, anche se oggi la realtà è profondamente cambiata».

Natale Panariello, oltre che un valente e innovativo imprenditore, è stato un marito e un padre ineguagliabile, che ha costruito con la moglie Adelaide, le figlie Flora e Mariateresa e i generi Fabio e Stelvio, una grande e forte famiglia.

«Mio padre è un uomo molto conosciuto nel settore – sottolinea Flora Panariello – non solo per l’azienda che ha costruito ma direi soprattutto per l’uomo corretto e di sani valori all’antica che è e su cui ha fondato la sua vita, trasmettendoli anche a noi figlie. Un uomo con un livello culturale sopra la media, che ama leggere e arricchirsi costantemente nonché tenersi informato sul mondo. Sin da bambine ci ha insegnato questo suo amore per la cultura e anche l’importanza dell’informazione: in casa si leggevano un paio di quotidiani al giorno. Un padre presente in famiglia e su cui abbiamo sempre potuto fare affidamento anche nei periodi in cui era molto impegnato con il suo lavoro. Mi sento molto fortunata perché con lui ho sempre avuto un rapporto speciale, di grande confidenza e da lui ho imparato l’importanza dell’amore e del rispetto per il prossimo. Per me è sempre stato un mito».

È un fiume in piena Flora Panariello nel parlare di suo padre. Le sue parole di ammirazione sono quelle che qualunque padre al mondo vorrebbe sentire da un figlio. E noi, che conosciamo bene la persona da molti anni, non possiamo che condividere le sue parole. Natale Panariello è stato e tuttora è un grande punto di riferimento nel settore, un Grande Uomo da cui imparare molto. E anche noi gli siamo riconoscenti per il lustro che ha dato al nostro paese con la sua intelligenza di imprenditore e la sua creatività di maestro d’arte.

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