domenica, Novembre 10, 2024

Covid-19, fra chiusure e recessione, si prospetta un futuro più digitale

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, a partire dai mesi di lockdown alle nuove più recenti disposizioni che impongono limitazioni ai banchetti di festeggiamento, l’intera filiera del settore wedding ha subito danni smisurati. Si stima che nel corso del 2020 il calo del fatturato sia superiore all’80 per cento, per una perdita, nel nostro paese, di oltre 25 miliardi di euro. Un bilancio reale si potrà fare soltanto dopo, ma è certo che, come recenti studi economici hanno evidenziato, a causa della pandemia, sono a rischio chiusura 460 mila piccole imprese italiane (vedi studio del Censis a pagina 59). E fra queste ci sono anche le microattività che operano nel wedding, un settore che impegna oltre 500 mila lavoratori.

Con l’emergenza sanitaria in corso non si possono azzardare previsioni, lo stato d’animo generale è di grande incertezza. Malgrado ciò, abbiamo voluto raccogliere il pensiero di alcuni operatori del settore bomboniera, per capire come stiano af- frontando la situazione, sia sotto il profilo economico aziendale che personale. Abbiamo rivolto loro queste domande:

1. Questo 2020 contrassegnato dal dramma dell’epidemia globale come ha cambiato le sue abitudini quotidiane, le sue relazioni, la sua vita in generale?
2. Se lei, uno dei suoi familiari (o comunque persona a lei cara) è stato colpito dal Covid-19, può raccontarci la sua esperienza? 3. Fra lockdown, dpcm a raffica, periodi di soppressione delle cerimonie religiose, chiusure e limitazioni varie, com’è cambiato il suo modo di lavorare?

4. Ha o ha avuto nel corso dell’anno difficoltà a reperire sul mercato materiali, componenti, articoli che servono (quando è stato possibile esercitarla) per svolgere la sua attività?
5. Come immagina il mondo e la sua attività quando la scienza riuscirà ad avere la meglio sul Coronavirus e quindi potremo ripartire? Quali potranno essere le conseguenze concrete della pandemia a lungo termine?

Pubblichiamo le loro risposte, come sempre, in ordine rigoro- samente alfabetico.

Antonio Altomare, agente

1. Sicuramente la situazione causata dal Covid-19 ha influenzato tutti noi, il nostro modo di vivere, i nostri rapporti sociali ma soprattutto il nostro mondo lavorativo, in particolare tutte quelle attività colpite direttamente dai provvedimenti governativi. È accaduto anche a me, ho subito tutte le restrizioni, anche quelle dell’ultimo DPCM, che ci hanno confinato nelle nostre case. 2. Al momento, per fortuna, non ho nessun parente o amico contagiato dal virus, mentre non posso dire lo stesso di alcuni clienti che sono stati colpiti, anche se in forma lieve e rispettando le relative quarantene. Il lavoro, purtroppo, con l’arresto totale di tutte le cerimonie (matrimoni, comunioni, cresime, battesimi, lauree, compleanni vari), è completamente fermo. Anche la stessa stagione pre-natalizia non ha prodotto un volume d’af- fari degno di nota, in quanto i clienti, nell’attuale situazione di totale incertezza, non hanno voluto investire in questo periodo. 3-4. Anche quando, forzando la mia volontà, sono andato a visitare alcuni clienti, gli stessi hanno manifestato sconforto e scarsa determinazione a continuare la propria attività. Ritengo che molti, nell’impossibilità di sostenere i costi di un’impresa che è ferma da diversi mesi e chiaramente nell’impossibilità di programmare eventi di qualsiasi genere, saranno costretti alla

chiusura. Chiusure che, inevitabilmente, colpiranno tutta la filiera del settore, quali aziende produttrici, distributori, rappresentanti e negozianti.
5. Nei prossimi mesi, secondo quanto apprendiamo dai media, sicuramente la campagna di vaccinazione migliorerà la situazio- ne, ma temo ci vorrà molto tempo. A mio parere, tutto il 2021. Altro aspetto da considerare e non di poca importanza è che le ricadute socioeconomiche si faranno sentire per diversi anni. Non possiamo illuderci che, finita la pandemia, tutto possa ripartire come se nulla fosse accaduto, con i debiti accumulati da quanti hanno piccole imprese individuali. I provvedimenti messi in atto dal Governo sono stati scarsi, se non del tutto insufficienti e, alla fine, saranno inevitabili ulteriori scelte impegnative per il paese.

Katya Beltramello, Cartai Bassanesi

1. Indubbiamente le restrizioni sociali e di spazio hanno cambiato la prospettiva generale di me stessa, della mia famiglia, del mio rapporto con gli amici e con le persone tutte in generale. Hai quella sensazione di non sapere con sicurezza se stai agendo bene o in modo poco opportuno nei confronti dell’emergenza, pur seguendo tutte le restrizioni del caso. Si è sempre sospesi in un limbo di timore e poca serenità. Ciò nonostante, cerco nei limiti consentiti, di vivere appieno le giornate sfruttando tutte le possibilità che si presentano.

2. Per fortuna, non siamo ancora (e dico ancora perché purtroppo non sembra una questione di prudenza e merito evitare il virus, ma più di fortuna) venuti direttamente a contatto con il virus. Certo è che le persone più fragili della nostra famiglia vengono protette il più possibile (le vedo solo per telefono o per qualche minuto alla settimana). Ho avuto qualche conoscente che lo ha avuto, ma in modo leggero o asintomatico.

3. Si naviga a vista! Niente programmi niente scadenze a lungo termine. Nonostante ciò, da questa situazione estrema abbiamo potuto riformulare alcune idee, e abbiamo fatto considerazioni da altri punti di vista. Stiamo provando a percorrere nuove stra- de, e stiamo provando nuovi mezzi per comunicare e tenerci in contatto con i clienti. Noi della Cupido & Co. abbiamo presentato una collezione, seppur meno completa degli anni precedenti, per le cerimonie del 2021, che credo e spero siano numerose e soprattutto serene e “rumorose”.

4. Non abbiamo avuto particolari difficoltà, abbiamo uno stretto rapporto con i fornitori, che ci hanno seguito al meglio delle loro possibilità e ci hanno permesso di presentare una collezione molto colorata e personalizzata per la prossima stagione.

5. Non sarà una ripresa facile né veloce, ahimè, ma, se devo vederci del buono in tutto questo, penso che avremo imparato a cavarcela e a risolvere problemi che prima sarebbero risultati ostici, con meno ansia e più prontezza di spirito. Aver anche dovuto fronteggiare l’emergenza con i nuovi mezzi di comuni- cazione ci permetterà di trovare soluzioni di business più smart e flessibili, ne sono certa.

Antonietta Caruso, agente

1. Come un meteorite piovuto dal cielo, così sulle nostre vite, comuni, banali ma semplicemente nostre, si è abbattuto questo virus sconosciuto che ha stravolto la realtà e la quotidianità di ciascuno di noi. Già dall’inizio di marzo, alle prime restrizioni, ci sembrò uno stravolgimento terribile avere dei limiti alla libertà personale accompagnata dal timore, ancora latente, di questa malattia che inizialmente credo, un po’ tutti forse, sottovalutam- mo. Non avevamo fatto i conti con quanto sarebbe accaduto in seguito. Le telefonate dei clienti si susseguivano giornalmente sempre più allarmate e allarmanti. Ognuno diceva la sua e, sin- ceramente, in quel momento ho creduto più saggio non soffiare troppo sul fuoco dello scoraggiamento che serpeggiava per le mancate cerimonie che via via era palese venivano annullate o posticipate.

Il blocco di aprile però ha dato il vero senso di ciò che stava capitando. Non si esce, autocertificazione, niente contatti con le persone, anche congiunti, mascherine introvabili o a prezzi stratosferici. Insomma una confusione terribile. Di lavoro neanche a parlarne. Improvvisamente tutto si ferma, crollano gli ordi- nativi sui campionari appena spediti, crollo del fatturato totale, soprattutto per i mesi di aprile e maggio. Bruttissimo soprattutto non poter andare fuori, non poter viaggiare, sentirsi in gabbia, quasi in galera, senza aver commesso reati. Ma man mano che si avvicinava la stagione più calda, e le maglie del lockdown si sono allentate, una speranza era rinata in ciascuno di noi che, forse, piano piano, avremmo potuto, seppur a fatica, riprendere i nostri vecchi ritmi, anche indossando una mascherina! Estate fortunatamente di ripresa lavorativa, certamente tanta fiducia e obiettivamente il lavoro aveva avuto per me un rilancio notevole. Anzi, per cercare di recuperare quanto definitivamente perso in mesi per noi cruciali, sono state fatte cerimonie in ogni periodo estivo e ogni giorno della settimana, senza atavici tabù. Estate trascorsa serena e fiduciosa. Ma, con l’arrivo dell’autunno, ecco che l’ombra sinistra del virus si ripresenta ancora più ter- ribile dei mesi precedenti, anche perché psicologicamente non preparati a questa seconda ondata. Niente fiere, campionari ridotti, visite limitate.

Per quel che mi riguarda ho cercato di riorganizzarmi attraverso i mezzi concessi dalla tecnologia, quali whatsapp, Facebook e broadcast per divulgare quanto più possibile le nuove aggiunte di campionario e il catalogo del Natale, contattando perso- nalmente ogni mio cliente, per incoraggiarlo a sperare in una prossima e, mi auguro, proficua ripresa. Certo la divisione in zone (arancio-rosse) non ci aiuta assolutamente, ma confido che il sacrificio ormai palese di queste festività ci possa permettere una maggiore elasticità il prossimo anno.

2) Ringraziando il Cielo né io né mio marito siamo stati conta- giati. Certamente in alcune famiglie di nostra conoscenza, amici e parenti, tanti ne sono stati colpiti, ma tranquillamente guariti, seppur con qualche affanno. Invece, con immenso dispiacere, ho appreso di recente che anche qualche collega del nostro settore è deceduto per il virus. Purtroppo la nostra categoria di agenti di commercio, sempre in movimento e in naturale e logico contatto con tanta gente, è sicuramente più esposta al contagio.

3) Come detto prima, ho dovuto adattare il mio modo di lavorare usufruendo dei social per la divulgazione e il contatto con i miei clienti, prevalentemente tramite whatsapp e contatto telefonico. Quando ci è stato concesso, sono andata personalmente a tro- vare i clienti che ne facevano richiesta. Anche adesso, purtroppo sempre più raramente, con tutte le raccomandazioni del DPCM che esigono per noi agenti non solo l’autocertificazione ma anche copia del mandato d’agenzia, copia della visura camerale aggiornata e appuntamento scritto per verifica. Insomma, se non fosse necessario, sarebbe meglio non muoversi proprio!

4) L’unica grande difficoltà reperire “il lavoro” inteso nel senso tradizionale del termine. Dal momento in cui hanno ridotto prima e bloccato poi le cerimonie nei ristoranti e i catering tut- to si è magicamente bloccato, pur non avendo ancora il veto ministeriale al lavoro attivo.

5) Se devo essere sincera fino in fondo, sono assolutamente certa che nulla sarà più come prima, o, per meglio dire, come vorremmo che ritornasse. Non so se meglio o peggio, sicura- mente non uguale. Probabilmente ritorneremo a lavorare con le cerimonie, ma non sarà più con animo sereno e sicuramente con investimenti molto contenuti perché nel contempo le riserve personali sono state abbondantemente erose dai mancati gua- dagni. Credo che ci sarà sempre una diffidenza reciproca, una fame di guadagni, una fame di moneta corrente che scarseggia enormemente. Forse ritorneremo a essere ancora più spietati e ferocemente concorrenziali per rubare l’un l’altro quel poco che rimane. Inoltre credo che la scienza, e di conseguenza la politica, oltre che impegnarsi a trovare un vaccino dai dubbi risultati a lungo termine, in parallelo debba trovare una cura efficace e rapida per abituarci a convivere anche con questa ennesima malattia che la natura ci ha catapultato sul capo.

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